Cullurielli (o Grispelle o Cuddruriaddri): ricetta tipica calabrese.



In Calabria questo è il tempo dei cullurielli, le squisite ciambelle di farina e patate, che vengono fritte e consumate caldissime durante le feste natalizie.
Come accade spesso quando si affronta una ricetta tipica regionale, le versioni dei cullurielli cambiano da paesino a paesino, come cambia il loro nome e alcuni passaggi della preparazione. Per fortuna sono buoni tutti, quindi se vi trovate in Calabria per le feste, per lavoro o semplicemente di passaggio, fermatevi a gustare un paio di cullurielli (o grispelle, o cuddruriaddri): è facile trovarli strada facendo, le insegne delle rosticcerie o friggitorie spesso avvertono il passante affamato con frasi tipo "Qui cullurielli caldi" oppure "Cullurielli anche a pranzo", etc.

Ma cosa sono i cullurielli? Si tratta di ciambelle (ma spesso hanno la forma di fagottini o di anelli grandi e sottili) di farina e patate lessate, che vengono fatte lievitare e poi fritte. Qualcuno usa farcirli con acciughe, ed è una cosa che io apprezzo davvero con tutto il cuore, perchè così sono fantastici, ve li consiglio!

Preparazione e Dosi:

Per i cullurielli bisogna scegliere le patate a pasta gialla, che risultano più "asciutte" e adatte all'impasto: quelle bianche rilascerebbero troppi liquidi e andrebbero ad inumidire troppo l'impasto. Se dovesse sfortunatamente capitarvi un impasto "bagnato" e poco sodo, aiutatevi aggiungendo un uovo.


Bollite le patate con tutta la buccia, dopo averle lavate bene ed eliminato impurità e terriccio con l'aiuto di una spazzola. Quando saranno pronte (la punta di una forchetta le attraverserà senza problemi), sbucciatele e schiacciatele su di un piano di lavoro, meglio se di legno.



A questo punto dovrete pesare le patate ridotte in poltiglia e aggiungere tanta farina quanto pesano. Quindi, ad esempio, se ho schiacciato 500 grammi di patate, dovrò aggiungere 500 grammi di farina 00.

Salate quanto basta l'impasto, aggiungetevi un cubetto di lievito di birra per ogni Kg di farina che state usando e impastate bene il tutto.



Alla fine, lavorando con le mani, dovrete ottenere un bel serpentone grosso, dal quale ricaverete le varie ciambelle.


Ora, che Dio le benedica, potrete farcire l'impasto con le acciughe sott'olio debitamente private delle spine. Questo passaggio è facoltativo ma fortemente consigliato.


Per fare questo basta "aprire" con le mani il serpentone al centro, posizionare le acciughe e richiuderlo.



Lavorando con le mani, trasformate questo grosso serpentone in una "biscia" più sottile, tagliate con un coltello alcuni segmenti di biscia e formate delle ciambelle.


Trasferitele delicatamente in un luogo tiepido senza spifferi, copritele con un panno e poi con una coperta di lana e lasciatele lievitare, fin quando avranno raddoppiato le loro dimensioni.


Adesso è arrivato il momento più atteso: la frittura. La tradizione vuole una frittura al caminetto, con un treppiede che regge la padella e abbondante olio extra vergine di oliva su un fuoco allegro. Ho fatto proprio così!


Attendete che l'olio sia molto caldo e procedete con la frittura dei cullurielli.


Bastano pochi secondi nell'olio bollente, girandoli sono una volta e i vostri cullurielli calabresi saranno pronti per essere gustati.


Eccoli qui, hanno proprio un bell'aspetto, vero?


Alla prossima ricetta,
Loscèf

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